Microcredito

per le aziende

 

Mobilifici Marche, l’export Usa è a rischio. «Dazi al 15%? Guardiamo altrove»


Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

ANCONA Per i mobilifici marchigiani il nodo non è solo il prezzo dei dazi negli Stati Uniti — pari al 15% del prodotto esportato — ma soprattutto l’incertezza che negli ultimi mesi ha rallentato gli ordini e reso impossibile, fino al 1° agosto, ragionare con importatori e dealer per pianificare contromisure concrete.

Un futuro senza certezze

A Pesaro, il distretto più importante per la lavorazione del vetro nel settore del mobile in Italia deve oggi fare i conti con un mercato, quello americano, che era il principale mercato di riferimento extra UE. Nell’arredo, i mobili in vetro oggi sono protagonisti del design e dell’innovazione. 

Tonelli Design è tra le aziende più rappresentative di questa eccellenza, col suo export negli USA cresciuto nel tempo fino a rappresentare il 50% del fatturato annuo (2 milioni di euro). «Siamo presenti anche in Canada e in Centro America — dichiara il Ceo Michele Gasperini — ma gli USA rimangono il nostro primo mercato di riferimento». Ricorda che, ad aprile, al Salone del Mobile di Milano, l’incertezza dei dazi e il dollaro debole hanno spinto a posticipare gli ordini. «Impossibile – confida – stimare il costo della merce alla consegna. Adesso sappiamo che sarà presumibilmente gestibile ma la grave incertezza sui rapporti commerciali è un ostacolo». Per questo l’azienda sta cercando di rafforzare la propria presenza in mercati dove è già attiva e di sondarne altri finora marginali, come gli Emirati Arabi. A Treia, i cucinieri maceratesi coniugano design e funzionalità. Vismap, dal 1977, produce cucine su misura. L’export vale il 12% del fatturato, ma negli Stati Uniti — dove l’azienda è presente dal 2002 — non supera il 3%. «Pensavamo di investire in quel mercato giudicato stabile — spiega l’amministratore unico Gianluca Pesarini — per compensare le difficoltà nei Paesi dell’Est Europa, dove eravamo ben presenti. Ma, con dazi al 15% e una lunga serie di rincari, serve una valutazione attenta delle reali opportunità». Il manager elenca le criticità: materie prime alle stelle, costi di trasformazione mai scesi, energia in alcuni mesi triplicata, trasporti onerosi («I mobili assemblati sono voluminosi») e un cuneo fiscale pesante. «La nostra competitività — sottolinea — si basa su design e servizio: tempi di consegna rapidi e proposte esclusive». Pesarini invita a guardare all’Europa come a un porto sicuro. La sua proposta: incentivare gli scambi all’interno dell’Unione e utilizzare lo strumento della Zona Economica Speciale per dare ossigeno alle imprese.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

I ripensamenti

A maggio scorso, T.M. Italia, fondata nel 1951 ad Ascoli Piceno, ha inaugurato un showroom gioiello nel Design District di Manhattan, dove espone il meglio della sua gamma e tutte le sue potenzialità come “manifattura sartoriale”. In realtà, sono cinque anni che T.M. Italia ha la propria sede corporate nella strategica città di Los Angeles. «Con i nuovi dazi — commenta l’amministratore Gianluca Tondi — si tratta di aggiungere un ulteriore 10% a tasse che erano già del 5%. È già di per sé un problema, ma ciò che è stato davvero deleterio è stata l’incertezza che ha frenato iniziative, relazioni commerciali e ordini». L’azienda punta ora a rafforzare la propria presenza sul mercato statunitense e a esplorarne di nuovi. «A questo punto abbiamo tutti — sostiene Tondi — bisogno di politiche specifiche di supporto per le fiere, per le strategie di internazionalizzazione e a sostegno degli investimenti».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.