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Pagamenti tra aziende, Brescia è la seconda provincia migliore d’Italia


La puntualità nei pagamenti tra aziende non crea solo buoni rapporti tra chi è momentaneamente coinvolto nelle transazioni, ma fa anche cultura, una cultura positiva che genera fiducia nel sistema e nel prossimo, e migliora progressivamente la salute finanziaria degli ambiti economici e delle aziende che li compongono.

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In questo lavoro virtuoso le imprese bresciane sono le migliori d’Italia, al secondo posto dietro la sola Sondrio in una graduatoria di 107 province. A metterlo nero su bianco sono ancora una volta i numeri, in questo caso elaborati nello Studio pagamenti di Cribis, società del gruppo Crif specializzata in informazioni, soluzioni e consulenza.

Il monitoraggio

Da nord a sud, il sistema Brescia non teme confronti. Alla voce più importante, quella sui «pagamenti alla scadenza 2025», la media di gruppo delle oltre 100.000 imprese di casa nostra raggiunge la straordinaria percentuale del 62,3%, alle spalle della sola Sondrio che fa 69% e davanti a Bergamo che si ferma a 61,6%. Brescia, Sondrio e Bergamo sono anche le uniche capaci di raggiungere e superare quota 60%, le altre sono tutte sotto, anche se le province virtuose non mancano. In questa graduatoria di merito Milano è al 45,6%, Torino al 41,5%, Venezia al 47,2%, Bologna al 52,1%, Firenze al 44,4%, Roma al 32,1%, Napoli al 34,7% e Palermo al 26,7%.


A fronte del fatto che a Brescia paga alla scadenza il 62,3% delle imprese, c’è comunque un 35,7% che paga entro 90 giorni e un 2,1% che va oltre i 90, non sempre comunque per motivi di cattiva volontà. Rispetto all’anno scorso, quando la percentuale dei pagamenti alla scadenza era del 62% tondo, è stato fatto un altro piccolo passo avanti.

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La caratteristica virtuosa distingue in positivo anche le imprese lombarde, puntuali nel pagare clienti e fornitori nel 55,5% dei casi, un livello secondo solo al Veneto che fa 55,8%, e davanti di 1 punto e mezzo all’Emilia Romagna (53,9%). A livello nazionale risulta puntuale il 44% delle imprese, con tempi medi di 66 giorni, in lieve miglioramento rispetto al 43,3% del secondo trimestre 2024.

Il trend

Secondo l’indagine a migliorare la puntualità stanno contribuendo soprattutto le micro-imprese, rispettose mediamente delle scadenze nel 44,8% dei casi, un dato che rifletterebbe la loro maggiore flessibilità operativa e un approccio più diretto nella gestione delle relazioni con fornitori e creditori. Di fatto però le imprese più piccole mostrano anche segni di fragilità e nel 4,9% dei casi fanno ritardi gravi, superiori ai 90 giorni, segno che in situazioni di difficoltà faticano a mantenere continuità.

Segnali incoraggianti emergono dall’analisi dei settori, in cui si nota una riduzione nei ritardi oltre i 90 giorni da parte soprattutto delle imprese dell’industria della ceramica, della grande distribuzione (Gdo) e delle costruzioni. Nonostante i progressi generali alcuni settori come l’industria alimentare, i bar e la ristorazione continuano a misurarsi con livelli di rischio elevati, che richiedono un monitoraggio costante.





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