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tra Stati Uniti e Italia, però, una differenza di ritmo e opportunità « LMF Lamiafinanza


Le regole cambiano per i giovani banker: negli USA in tilt il reclutamento “on-cycle”, in Italia un mercato più contenuto ma in fermento

Stati Uniti: il reclutamento in private equity è congelato
Prendiamo spunto da un articolo appena pubblicato su Business Insider: negli Stati Uniti, il tradizionale percorso per entrare nel private equity (PE) si è interrotto. L”atteso ciclo estivo di recruiting, caratterizzato da offerte future per candidati ancora in banca d’investimento, non è mai partito nel 2025, lasciando i junior banker in una fase di incertezza senza precedenti.

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I principali players del settore sono molto preoccupati per quanto successo in passato: l’esplosione dei “poaching” ovvero la caccia ai talenti e al personale qualificato a un’altra azienda, soprattutto in maniera aggressiva. Banche come JPMorgan, Goldman Sachs e Bank of America hanno introdotto politiche rigorose per contrastare i “poaching” da parte dei fondi PE: JPMorgan ha minacciato licenziamenti a chi accetta offerte future, Goldman richiede pledge di fedeltà trimestrali, BofA offre alternative interne come l’asset management.

Le conseguenze sono evidenti: uno stallo nelle assunzioni, con il tradizionale meccanismo competitivo rimesso in discussione. È ancora da vedere se si tratti di un ritardo temporaneo o di una trasformazione strutturale del modello di reclutamento.

Negli USA il mercato PE resta solido, ma con segnali contrastanti

Sul fronte dei deal, il private equity americano mostra segnali di forza. Nel primo semestre del 2025, il valore dei deal è salito del 50 % rispetto allo stesso periodo del 2024, anche se il numero di operazioni è diminuito leggermente.
Secondo McKinsey le exit hanno registrato un sorprendente aumento in valore (+77 %) nonostante una contrazione nei volumi. Inoltre, secondo EY l’attività complessiva di M&A globale, in cui i PE sono protagonisti, è cresciuta del 30 % anno su anno.
Tuttavia, la raccolta fondi resta debole: meno capitali raccolti, ma più liquidità distribuita agli investitori.

Italia: un mercato più contenuto, ma in crescita

In Italia, il settore del private equity, seppur più contenuto rispetto a quello americano, mostra segni di vivacità. Nel 2024, i fondi PE hanno realizzato circa 240 acquisizioni di target italiani, con una crescita del 14 % sul 2023 e incrementi significativi rispetto al 2014.
Il mercato del lavoro nel PE in Italia appare più contenuto: ad esempio, su Glassdoor si contano solo una ventina di offerte attive in Italia. Inoltre, il sistema di reclutamento in Italia tende a essere “off-cycle”, meno standardizzato, con offerte spesso legate a cicli aziendali specifici o a opportunità discrete, soprattutto fra mid-level.

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Sul fronte istituzionale, il PE contribuisce ancora in maniera modesta al sistema economico italiano rispetto agli Stati Uniti, dove l’impatto è rilevante: nel 2024, il private equity negli USA ha direttamente creato 13,3 milioni di posti di lavoro, con una remunerazione media di circa 85.000 USD, che ha generato un contributo al PIL di 2.000 miliardi USD (~7 % del PIL)fonte American Investment Council.

Il confronto in sintesi

Aspetto Stati Uniti Italia
Reclutamento PE junior Bloccato, forse in evoluzione, con reazioni forti delle banche per limitare il turn-over Più lento, off-cycle, meno strutturato, con selezione mid-level prevalente
Attività di mercato Deal value e exit in forte crescita, ma fundraising debole Acquisizioni in crescita (240 target, +14 %)
Impatto occupazionale ed economico Enorme: milioni di posti di lavoro, elevato contributo al PIL Minore, ma in sviluppo



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