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Dazi, cosa stanno facendo le Big Tech per evitarli


Pressioni protezionistiche e incentivi per la rilocalizzazione industriale. È la strategia adottata da Donald Trump per salvaguardare le big tech e la produzione nazionale. Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’introduzione di dazi del 100% su tutti i semiconduttori importati negli Stati Uniti, ma ha contemporaneamente offerto esenzioni alle aziende tecnologiche che si impegnano a produrre domesticamente. Il risultato è stato un susseguirsi a cascata di accordi commerciali con i quali le big tech stanno cercando di liberarsi dai dazi di Trump.

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Nvidia e Advanced Micro Devices

Solo negli ultimi giorni, la Casa Bianca ha confermato che due produttori di chip statunitensi, Nvidia e Advanced Micro Devices, saranno autorizzati a vendere chip avanzati alla Cina in cambio di una riduzione del 15% dei ricavi del governo statunitense nel paese asiatico.

 

Apple annuncia 100 miliardi di investimenti negli Usa

Il Ceo di Apple, Tim Cook, ha recentemente annunciato l’intenzione di aumentare l’impegno di investimento dell’azienda negli Stati Uniti a 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. “Si tratta del maggiore investimento che Apple abbia mai fatto in America e nel mondo” ha annunciato Trump. Nel dettaglio è previsto un nuovo programma di produzione per portare una parte maggiore della supply chain di Apple negli Stati Uniti. Apple ha già annunciato 500 miliardi di dollari per la produzione in Usa nei prossimi quattro anni, tra cui un nuovo stabilimento di produzione di server a Houston, un’accademia per fornitori in Michigan e ulteriori investimenti con i fornitori nazionali. Gli attuali 100 miliardi di dollari porterebbero l’impegno totale di Apple a 600 miliardi di dollari. Apple è da tempo considerata una delle aziende Big Tech più vulnerabili alle tensioni commerciali latenti tra Stati Uniti e Cina.

 

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La strategia obbligata delle big tech 

“La corsa agli accordi è un tentativo di ottenere un trattamento più leggero dai dazi – ha dichiarato Paolo Pescatore, analista tecnologico di PP Foresight, in un’intervista a CNBC –. In un modo o nell’altro, tutte le grandi aziende tecnologiche sono state colpite negativamente dai dazi. Non possono permettersi di sborsare milioni di dollari in commissioni aggiuntive che incideranno ulteriormente sui profitti, come evidenziato dai recenti utili trimestrali”. Secondo Pescatore – riporta CNBC – “Apple, aprendo la strada ai suoi accelerati investimenti negli Stati Uniti, probabilmente innescherà un effetto domino”nel settore”. L’accordo tra Nvidia e AMD con l’amministrazione Trump ha, nel frattempo, scatenato un acceso dibattito sul potenziale impatto sulle attività dei giganti dei chip e sulla possibilità che il governo statunitense cerchi accordi simili con altre aziende. Alcuni strateghi – rileva nella sua analisi CNBC –  “hanno descritto l’accordo come una rissa, mentre altri hanno ipotizzato che potrebbe addirittura essere incostituzionale, paragonandolo a una tassa sulle esportazioni”. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt ha lasciato intendere che accordi di questo tipo potrebbero estendersi ad altre aziende in futuro. Ray Wang, fondatore e presidente di Constellation Research, ha descritto l’accordo tra Nvidia e AMD per il pagamento del 15% dei ricavi delle vendite di chip in Cina al governo degli Stati Uniti come “bizzarro”.

 

Preoccupazioni degli investitori

Sebbene inizialmente gli investitori abbiano accolto l’accordo come ampiamente positivo sia per Nvidia che per AMD, che si assicurano nuovamente l’accesso al mercato cinese, Wang ha affermato che alcuni operatori del settore saranno comunque preoccupati. “Come investitore – ha detto Wang a CNBC – sei preoccupato perché, in tal caso, si tratta di una decisione arbitraria del governo? Ogni presidente può giocare un ruolo determinante in questi accordi?”.





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