Future Proof Society 2025, lascia dietro di sé sensazioni complesse e a tratti contrastanti. Un senso di vuoto, perché c’è ancora moltissimo da imparare. Ma anche una pienezza inattesa, nata dalla profondità dei temi affrontati. Soprattutto, la consapevolezza che la nostra generazione non è più solo fatta di giovani con un sogno in testa. Oggi siamo professionisti, imprenditori, amministratori, con ruoli e responsabilità. Insieme al mondo delle imprese e in dialogo con politica e istituzioni, possiamo essere veri motori di cambiamento su temi cruciali: transizione digitale, energetica ed ecologica, autonomia strategica europea e ruolo del Mediterraneo.
FPS2025 è stato tutto questo e molto di più. Ideato da Sandro Tommasi, co-fondatore di Will Media, è un progetto ambizioso che punta a costruire uno spazio permanente — fisico, culturale e relazionale — dove le migliori energie del Paese si confrontano e si attivano per generare impatto reale: “È giunto il momento di fare le cose in modo diverso, di osare. È il momento che la generazione dei 25-45enni diventi consapevole del potere che ha e cerchi di sfidare il “Si è sempre fatto così”, a partire dal mondo dell’impresa fino ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo legate alla transizione digitale, energetica e geopolitica”. Il festival ha rappresentato il punto di partenza di questo ecosistema e ha coinvolto oltre 60 speaker da tutto il mondo, 1.200 iscritti, con 726 partecipanti unici tracciati.
La prima giornata: tra visione e innovazione
Decine di professionisti e innovatori si sono incontrati tra keynote ispirazionali, tavole rotonde e laboratori. Si è parlato di città future, cambiamento climatico, policy inclusive, lavoro ibrido, fiducia e intelligenza artificiale, sempre con grande attenzione alla qualità narrativa. Ad aprire il festival è stata Anne Applebaum, giornalista Premio Pulitzer, che ha acceso i riflettori sull’evoluzione delle autocrazie nel XXI secolo: “Oggi le autocrazie non sono più solo governate da un singolo ‘cattivo’, ma da reti complesse che uniscono finanza, sicurezza e tecnologie di sorveglianza per mantenere potere e ricchezza”. Sul fronte tecnologico, Benedict Evans ha sottolineato le ambiguità e le sfide dell’era digitale, e infine Francesco Oggiano, storyteller e giornalista, ha incantato la platea con una performance intensa e autentica, raccontando il nostro Paese attraverso canzoni che hanno segnato un’epoca.
La seconda giornata: energia, imprese e nuove prospettive
La seconda giornata ha alternato riflessioni sul ruolo delle imprese — con “Open 4 Business” promosso dai Copernicani — a sessioni provocatorie che hanno messo in discussione i modelli economici tradizionali. Il tema centrale è stata la necessità urgente di una transizione energetica e culturale. Chicco Testa ha evidenziato l’urgenza di superare gli approcci localistici. Luca Mastrantonio, CEO di Nuclitalia, insieme a Luca Romano, alias Avvocato dell’Atomo, hanno rilanciato l’idea di un mix energetico pragmatico fondato sul Nucleare.
Michael Liebreich, fondatore di Bloomberg New Energy Finance, ha offerto una visione realistica sulle tecnologie emergenti, mentre Giulio Boccaletti (CMCC) ha approfondito le sfide ambientali legate al tema dell’acqua, la sua scarsità e l’importanza di una strategia su di essa. Nel pomeriggio, Ilaria Capua ha sottolineato la necessità di una visione circolare della salute, dove tutto influenza il sistema sanitario. Meredith Whittaker di Signal e Matteo Flora hanno invece esplorato il legame tra tecnologia e diritti digitali.
L’ultima giornata: aree interne, trasformazione e media
L’ultimo giorno è stato dedicato al “disimparare” pratiche obsolete per abbracciare nuovi paradigmi. Uno dei panel chiave, “Rivoluzioni globali sulle spalle dei piccoli centri”, ha affrontato la crisi senza precedenti delle aree interne, tra spopolamento e risorse in calo. Serenella Caravella, Giulia Sonzogno, Pierluigi Biondi, Fabiano Compagnucci e Gianluca Ansalone hanno discusso strategie per invertire la tendenza e rilanciare territori in bilico tra abbandono e rinascita. A chiudere, “Da MTV agli influencer” ha raccontato come i media abbiano plasmato l’impegno delle nuove generazioni sui temi sociali dagli anni ’90 a oggi. Alessandro Tommasi e Antonio Campo dall’Orto hanno dialogato sull’evoluzione del coinvolgimento giovanile attraverso i media e le piattaforme digitali. La scelta dell’Aquila non è stata casuale. Spesso vista come una città ferma e bloccata dal passato, si è rivelata invece viva e sorprendente. Un simbolo di rinascita, perfetto per un festival dedicato alla rigenerazione e alla capacità di essere a prova di futuro, anche quando il futuro può sembrare spaventosamente affascinante. FPS2025 è stata la prima pietra di un progetto che vuole durare nel tempo. Non un semplice evento, ma una comunità, un laboratorio permanente e una promessa collettiva.
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