Il Governo nazionale faccia investimenti strategici in infrastrutture e lavoro. Il Governo Regionale faccia riforme a partire dai settori foreste, acqua e ciclo dei rifiuti. Occorre cambiare il paradigma per tornare a far sperare i lucani. Piuttosto che continuare a pensare alla nostra terra come il luogo dello “sfruttamento” dell’acqua, del suolo e del sottosuolo, alla vigilia delle scadenze delle concessioni per le estrazioni petrolifere e prima ancora di immaginarla come la terra dove far “atterrare il nucleare”, bisogna contrattare, concordare o pretendere dal governo nazionale investimenti adeguati per la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali, necessarie per uscire dall’isolamento e scelte che portino sulla nostra terra investimenti sull’industria green, connesse all’innovazione sino a diventare hub nazionale per ricerca ed erogazione di servizi sui rischi legati alle calamità, per la tutela e la valorizzazione del territorio e delle risorse naturali (acqua, sole, vento, gas e petrolio).
Da noi mancano ancora troppe infrastrutture, da quelle viarie a quelle ferroviarie, utili a collegare le aree interne alle città e le stesse alle direttrici principali nazionali e internazionali, anche per attrarre investimenti e produrre lavoro, unica condizione per mantenere i nostri figli nella nostra terra. Quelle poche che esistono sono deteriorate, distrutte e spesso abbandonate, tanto da cadere a pezzi come dimostrano gli ultimi eventi e il crollo del ponte Tiera.
Tante ancora sono le aree produttive, le città e, soprattutto, le aree interne non connesse alla rete internet veloce di ultima generazione, sulle risorse naturali come foreste, acqua sole e vento bisogna avere coraggio nel riformare le governance mantenendo un protagonismo assoluto sul suo utilizzo.
Migliaia di ettari di bosco ogni anno vanno in fumo per colpa di ignobili incendiari e la loro valorizzazione economica è pressoché inesistente.
Le nostre strade statali e provinciali, laddove esistenti sono spesso abbandonate, ponti e viadotti da costruire o da mettere in sicurezza, rete ferroviaria da completare, a partire dal collegamento verso la dorsale adriatica della Roma – Napoli – Ferrandina – Matera. La gestione degli oltre 330 mila ettari di patrimonio forestale e delle dighe (dal potenziale di raccolta di un milione di metri cubi di acqua) e la rete di distribuzione per usi potabili ed irrigui sono aspetti decisivi per il futuro della Basilicata, per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e dare risposte a un comparto industriale e agricolo sempre più in difficoltà.
Una agenzia forestale dotata di personale rinnovato (turnover), formato e tecnologie adeguate è una riforma immediata, promessa in campagna elettorale, da realizzare, così come la realizzazione una multiservizi per la gestione di acqua e rifiuti finalizzata ad efficientare la gestione della risorsa idrica e del sistema del ciclo dei rifiuti regionali come avviene in molte regioni italiane.
Dovremmo pretendere, come regione Basilicata, protagonismo assoluto nel futuro di Acque del Sud per non diventare subalterni a tutti, privati compresi.
O la Basilicata prende consapevolezza della propria forza di trattativa, con il governo nazionale, in questi anni mai così forte, visti gli interessi enormi intorno alle questioni connesse al mondo dell’energia e dell’acqua, per ottenere il massimo o per noi lucani sarà la fine. Ricordandoci che non abbiamo da invidiare nulla a nessuno sulla capacità di progettare, utilizzare e gestire le tecnologie connesse all’osservazione della terra per la costituzione dell’hub tecnologico per la gestione dei rischi naturali. In questa nostra regione, infatti, hanno sede l’Agenzia Spaziale Italiana e player di livello mondiale come E-Geos, il Gruppo Mermec insieme alla rete delle Pmi locali del consorzio TERN e dei centri di ricerca Crea, Enea sino all’Università di Basilicata. Le eccellenze che potrebbero sperimentare a beneficio della nostra terra ed esportare servizi e know how a beneficio di ambiente agroalimentare e industria.
Dopo la pausa estiva porteremo sul territorio questi argomenti per condividere con i cittadini temi, proposte e obiettivi da Piano Strategico Regionale, nella speranza che i nostri contributi possano essere utili ad alimentare un dibattito.
Luca Braia (Italia Viva)
Già Consigliere Regionale
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