Ci sono molte aspettative per l’investimento che nel campo dell’aeronautica la società Radia potrebbe effettuare a Grottaglie per l’aereo WindRunner, un velivolo pensato per trasportare pale eoliche di grandi dimensioni. Parliamo di pale onshore da installare sulla terraferma, non di quelle offshore che vanno su piattaforme in mare. L’aereo è lungo 108 metri e possiede un’apertura alare di 80 e un’autonomia in volo di 2mila chilometri.
È poco più di un mese che si parla di questo progetto. Il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò, ha dichiarato che «l’aereo più grande del mondo sarà realizzato con un nuovo stabilimento Radia che sorgerà nei pressi dell’aeroporto» (si veda Quotidiano del 17 luglio scorso).
Le fonti
Tuttavia, le diverse fonti interpellate (ministero delle Imprese, sindacati nazionali e Leonardo) convergono su un punto: il progetto c’è, Grottaglie è sicuramente un’area di interesse ai fini dell’investimento, ma la partita deve essere ancora chiusa. In sostanza, non si è nella fase che precede l’avvio della costruzione del nuovo sito industriale. «Ancora ieri, a fronte delle notizie che continuano a girare sull’argomento – spiegano fonti sindacali -, abbiamo chiesto delucidazioni a Leonardo, ma ci è stato nuovamente risposto che di definito al momento non c’è nulla. Probabilmente possono esserci stati accordi preliminari con l’area dell’ingegneria di Leonardo, ma una formalizzazione compiuta non ci sarebbe ancora, stando a quel che ci risulta. Nemmeno Leonardo, nell’ultimo incontro nazionale a luglio, ha minimamente accennato a questo progetto, nemmeno come opportunità possibile e all’orizzonte. Ed è stato quello del mese scorso – dicono le fonti sindacali – un incontro nel quale si è fatto il punto della situazione relativamente all’ingresso della divisione Aerostrutture nella nuova divisione Aeronautica di Leonardo che mette insieme Aerostrutture e Velivoli, cioè civile e militare. Ovvio che il progetto ci interessa molto, ovvio che ci sia attenzione, ma intanto il lancio mediatico di quest’investimento sta portando diverse persone a contattarci per chiedere se si possono inoltrare le domande per le assunzioni, quando siamo ancora molto lontani da questa fase, semmai il progetto si realizzerà».
E anche fonti Leonardo si mantengono caute su Radia e non commentano alcunché, mentre fonti del ministero delle Imprese da un lato confermano che Grottaglie è per la società una delle aree di interesse e dall’altro aggiungono che si tratta di un investimento che necessita di importanti risorse, che sarebbe stato chiesto l’intervento pubblico, ma che su quest’aspetto per ora non si è giunti a una conclusione.
Si ipotizza infatti un 40 per cento di fondi privati e pubblici per il resto. «Si parla di un progetto che creerà 2.500 posti di lavoro e determinerà altre ricadute importanti – osservano le fonti del Mimit -, ma se fossimo vicini allo start, come a volte viene raccontato, sarebbe stato anzitutto il Governo a dirlo. Questo non vuol dire che il progetto non sia sul tavolo e non vi sia una valutazione in corso, ma le questioni aperte sono ancora diverse».
L’ultimo a parlare di Radia è stato il sito del “Corriere della Sera” riportando alcune dichiarazioni di Giuseppe Giordo, presidente e ceo di Radia per l’Europa e l’Italia, già in Alenia Aermacchi: «Entro la fine di quest’anno – ha affermato – saremo operativi per cominciare la produzione nel 2029 e garantire le prime consegne nel 2030. Ogni anno realizzeremo cinque aerei per un totale di 120 WindRunner che saranno poi gestiti dalla casa madre americana per effettuare le consegne delle mega pale eoliche».
Leonardo dovrebbe costruire la fusoliera del WindRunner, Magnaghi Aerospace il carrello e la spagnola Aernova le ali. Ma sarebbero coinvolte anche altre aziende.
Il modello somiglia a quello del 787 Boeing, dove una catena di fornitori in vari posti del mondo costruisce le parti dell’aereo che poi vengono assemblate e montate negli Stati Uniti. In questo caso per il WindRunner l’assemblaggio sarebbe in Italia, con Grottaglie in pole e altre regioni del Sud coinvolte.
A Grottaglie Radia avrebbe fatto anche un sopralluogo con Aeroporti di Puglia e individuato la possibile area di localizzazione. Si tratterebbe di 140 ettari. «Radia – spiega una fonte – questo progetto lo vuole portare avanti, sta sviluppando interlocuzioni senza fare tanto rumore, e lo ha presentato anche in Confindustria nazionale. Sta quindi al Sistema Italia non lasciarselo sfuggire. Una prima valutazione colloca l’investimento nell’ordine di 4-5 miliardi. Di questi, un miliardo se ne andrebbe per lo stabilimento a Grottaglie. Una parte delle risorse necessarie Radia le avrebbe già reperite».
Quasi un mese prima del “Corriere della Sera”, era stato “Il Sole 24 Ore” a parlarne. «Bisogna passare quanto prima all’industrializzazione e poi alla produzione», ha spiegato Giordo in quell’occasione, precisando che sinora è stata completata sia l’ingegneria preliminare che l’analisi del WindRunner, nonché individuati alcuni fornitori. Mentre sulla scelta del Sud, Giordo ha detto: «In Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, ci sono competenze di grandi e piccole imprese; non ci sono grandi imprese costruttrici con propri programmi concorrenti; nel Sud è possibile accedere a finanziamenti pubblici».
Radia Italia è una costola di quella americana nata nel 2016 su spinta di Mark Lundstrom. Il progetto del WindRunner è rivolto al trasporto delle turbine eoliche onshore per i progetti GigaWind. E siccome le pale GigaWind sono troppo lunghe (oltre 100 metri) e ingombranti per essere movimentate via terra, il WindRunner è ideato proprio per trasportare queste pale insieme ad altri componenti direttamente sui siti dei parchi eolici.
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