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La liuteria dà i numeri: sono 199 le botteghe


CREMONA – Sono 199 le botteghe liutarie attive sul territorio, di cui la maggior parte con sede in città. Ai piedi del Torrazzo ci sono 167 botteghe, cui si aggiungono 9 archettai e 17 imprese legate alla produzione di accessori, custodie e alla commercializzazione di violini. In provincia le attività di liuteria sono in tutto 32. In totale sono 225 le attività imprenditoriali che compongono l’ecosistema liutario regolarmente registrato alla Camera di Commercio. Si tratta di una realtà unica al mondo che fa di Cremona la capitale indiscussa del violino. Il timore per la produzione seriale cinese, il sommerso che lede il ‘buon nome del saper fare liutario’, la volontà di tutelare il ‘made in Cremona’ sono alcune delle motivazioni che hanno portato alla legge regionale di Promozione e valorizzazione della liuteria cremonese, voluta dal consigliere regionale Marcello Ventura.

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Ma per capire l’entità del mondo liutario cremonese si è andati alla fonte: si è chiesto infatti alla Camera di Commercio di fornire la fotografia degli artigiani regolarmente iscritti all’ente camerale.

«Al 15 giugno 2025 risultano iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Cremona 199 imprese attive nella produzione di strumenti ad arco, alle quali si aggiungono 9 imprese specializzate nella produzione di archetti. Considerando che due imprese producono sia strumenti ad arco che archetti, del settore fanno parte complessivamente 206 aziende. Inoltre, altre due imprese sono attive nella costruzione di custodie musicali — si legge nel report camerale —. Tra le aziende produttrici di strumenti ad arco prevale ampiamente l’impresa individuale. Solo nove attività hanno infatti adottato la natura giuridica della società, di persone o di capitali».

In questa fotografia della realtà certificata della liuteria cremonese emerge che negli ultimi anni le donne si stanno facendo sempre più spazio in un settore tradizionalmente maschile. «Pur restando in netta minoranza — le liutaie sono solo il 14% —, tuttavia, dalle sole 7 unità registrate nel 2000, attualmente il loro numero è salito a quota 30», si osserva nel report. Così come una caratteristica del settore è una crescente presenza di artigiani stranieri che «rappresentano attualmente il 39% del totale — registra il report della Camera di Commercio —. Sono infatti 78 le posizioni iscritte in cui almeno uno dei titolari è di nazionalità non italiana e si tratta in massima parte di ex allievi della Scuola Internazionale di Liuteria».

Tra le nazionalità straniere, le più numerose sono quelle appartenenti all’Estremo Oriente: la più rappresentata è quella giapponese, che conta 16 imprenditori, seguita dalla bulgara e dalla sudcoreana con 9. Seguono Cina e Francia con 6 imprese, Argentina e Russia con 4 artigiani, Austria e Spagna con 3; Messico, Ungheria e Stati Uniti contano 2 imprenditori; sono infine rappresentate con una sola unità altre 12 nazionalità provenienti dal resto dell’Europa e dal continente americano.

«Delle 124 imprese gestite esclusivamente o in parte da un titolare italiano, 49 — che costituiscono a loro volta circa il 24% del totale — hanno alla guida un imprenditore cremonese», una sottolineatura che dimostra come buona parte del saper fare liutario sia ormai patrimonio comune e non solo di chi è cremonese.

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IL 36% HA INIZIATO NEGLI ULTIMI DIECI ANNI

Per comprendere la vitalità, ed insieme la tradizione, della liuteria cremonese può essere utile affidarsi alla suddivisione per data di iscrizione delle imprese attive. È con questa chiave di lettura che il report della Camera di Commercio distingue le imprese artigiane in base alla loro longevità. Così si apprende che «il 36% circa degli artigiani attualmente attivi ha infatti iniziato la propria attività negli ultimi dieci anni, ma il 24% circa del totale opera nella provincia da più di trent’anni; in particolare, l’iscrizione di trenta imprese del settore in parola risale addirittura a prima degli anni novanta

«I dati sulla natimortalità imprenditoriale, disponibili solo a partire dall’anno 2000, inquadrano la liuteria cremonese come un comparto in continua espansione, nel quale, se si eccettua il biennio 2013-14 e l’anno 2022, in tutti gli altri anni si sono sempre rilevati più provvedimenti di iscrizione che di cessazione — si legge sempre ne report —. Negli ultimi venticinque anni, infatti, a fronte di 192 iscrizioni, si sono avute solo 93 cessazioni al netto dei provvedimenti d’ufficio e, trattandosi in massima parte di imprese artigiane a titolarità prevalentemente individuale, è innegabile che si tratti della nascita di vere ‘nuove’ imprese e non di mere trasformazioni».





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