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M5S Terni: “La Regione marcia verso la rivoluzione della gestione dei rifiuti mentre l’assessore Cardinali vuole bruciare tutta la monnezza dell’Umbria a Terni”


(UNWEB) Terni. Ha ragione l’assessore Sergio Cardinali quando sostiene che l’inceneritore di Terni non è stato realizzato né autorizzato da Stefano Bandecchi e nemmeno dalla precedente giunta regionale. E’ infatti stato autorizzato da quelle precedenti ancora, a sostegno delle quali lo stesso Cardinali si era candidato. Peccato che se c’è una persona che ha il potere di chiudere un impianto come l’inceneritore Acea che brucia pulper di cartiera è proprio il sindaco di Terni, non certo un assessore regionale, in mancanza tra l’altro di violazioni prescrittive dell’AIA. Tra le fantasiose quanto improbabili soluzioni proposte dall’assessore allo sviluppo economico ricordiamo la Centrale Edison o il nucleare di quarta generazione. Non ricordiamo, invece, una posizione chiara del Comune di Terni in merito alla vicenda Bioter. Contrariamente a quanto affermato dal vicesindaco Corridore, che si sarebbe dovuto legare davanti all’impianto se non fossero riusciti a chiuderlo, il Comune non ha ancora raccolto l’appello dell’assessore regionale De Luca a costituirsi a fianco della Regione nel ricorso al Consiglio di Stato.

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La soluzione ecologicamente sostenibile al problema dei rifiuti la Regione l’ha trovata, senza ambiguità e senza compromessi con il passato. Grazie alla visione della Giunta regionale e dell’assessore De Luca, l’Umbria sarà la prima regione in Italia a chiudere il ciclo dei rifiuti con il riciclo senza ricorrere né all’ampliamento delle discariche esistenti né alla costruzione di nuovi inceneritori, riducendo i costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese e aprendo nuove prospettive occupazionali sul territorio. Con la tecnologia Waste-to-Hydrogen (WtH2) processo di riciclo che permette il massimo recupero di materia anche dall’ultima frazione, la frazione non riciclabile dei rifiuti viene trasformata in idrogeno, gas industriali e sabbia circolare da impiegare nell’edilizia e nei cementifici. In questo modo anche ciò che oggi finirebbe in discarica viene recuperato.

Tutto questo a valle dello sviluppo intensivo delle politiche di prevenzione, dell’implementazione gestionale e impiantistica della raccolta differenziata spinta che a livello regionale dal 68% è possibile portare in pochi anni al 75% (mentre i rifiuti residui ammontano a circa 80 mila tonnellate l’anno, troppo pochi per giustificare impianti di incenerimento da 400 mila tonnellate) e dell’implementazione del trattamento meccanico biologico a freddo sul modello veneto. Una filiera che può attrarre investimenti e creare nuova occupazione sul territorio, intrecciandosi con le strategie nazionali di decarbonizzazione e con il Green Deal europeo. Un passaggio epocale dall’economia dello smaltimento a quella circolare, con benefici ambientali ed economici per l’intera regione. Dall’uso dell’idrogeno nei trasporti pubblici, con autobus e treni a emissioni zero, fino alla sua applicazione nelle industrie energivore. Per le famiglie umbre bollette più leggere e servizi più efficienti. Per le imprese non più scarti, ma materia prima che rientra nei processi produttivi.

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Così, in una nota, il Gruppo territoriale Movimento 5 Stelle Terni





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