ROMA – Dal 22 al 27 agosto, Rimini si trasforma nella capitale della cultura internazionale con il Meeting per l’amicizia fra i popoli, giunto alla sua 46ª edizione. Con il titolo ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’, ispirato a T.S. Eliot, l’evento si propone di essere un faro di speranza e un luogo di costruzione in un’epoca segnata da molteplici ‘deserti’: dalla solitudine esistenziale alla disperazione, dalla rassegnazione al cinismo. Il Meeting non è solo un’esposizione, ma un vasto programma di 140 convegni, 16 mostre e 18 spettacoli che vedrà la partecipazione di oltre 500 relatori e richiamerà in Fiera, su un’area di 120.000 mq, un pubblico stimato di 800.000 persone. Oltre 3.000 volontari animeranno questo appuntamento che si conferma un punto di riferimento per l’incontro e il dialogo tra culture diverse. Il messaggio centrale del Meeting 2025 è un invito a riscoprire una forza vitale che risponde ai ‘deserti’ della contemporaneità. La manifestazione celebra la capacità di costruire relazioni autentiche, di prendersi cura del prossimo e di promuovere l’innovazione in contesti di apparente stagnazione.
DA COSA NASCE L’ENERGIA PER AFFFRONTARE LE SFIDE
L’energia per affrontare le sfide del nostro tempo non nasce dal mero coraggio eroico, ma da un senso profondo di gratitudine: per la vita, per le amicizie e per la bellezza che ci circonda. Il Meeting si pone l’obiettivo di scoprire insieme ‘mattoni nuovi’ che rispondano alle aspirazioni più autentiche, superando le illusioni di una progettualità basata sul potere o sulla tecnologia. All’interno di questo scenario, l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) ed UNIAPAC, offrono un contributo concreto, portando al padiglione C1 la loro visione di impresa. La loro presenza è una testimonianza tangibile di come sia possibile costruire il bene comune all’interno delle aziende, applicando i valori della Dottrina Sociale della Chiesa. Aldo Fumagalli, presidente di UCID Lombardia ed attivo organizzatore della presenza di Ucid a Rimini invita alla partecipazione corale; diversi appuntamenti con i vari presidenti regionali, che condivideranno la loro esperienza e visione sui temi più caldi dell’evento. Sabato 23 agosto, h. 17:30: si terrà il dibattito “Per una economia solidale al servizio dell’uomo”
IL 24 AGOSTO LA MESSA PRESIEDUTA DA ZUPPI
Domenica 24 agosto, h. 13:00: si terrà il convegno sull’“Economia sociale e fraternità: un nuovo paradigma?”, un incontro che esplorerà come superare le logiche ESG e valorizzare le motivazioni più profonde dell’impegno imprenditoriale. Lunedì 25 agosto, h. 13:30: in dialogo con monsignor Maurizio Malvestiti, Vescovo di Lodi, sull’attualità della Dottrina Sociale della Chiesa. Lunedì 25 agosto, h. 17:00: dialogo con il professor Markus Krienke, docente di etica sociale. Martedì 26 agosto, h. 14:00: presentazione del progetto “The Rerum Nov(AI) Rum”, una rete imprenditoriale globale ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa. Il programma al Padiglione C1, intitolato ‘Il ‘Cuore nuovo’ dell’imprenditore’, si svilupperà su più giorni con una serie di incontri e dibattiti di grande rilievo. Dal tema del ruolo dei giovani e dell’intelligenza artificiale, alle sfide della formazione e della sostenibilità, gli appuntamenti al Padiglione C1 offriranno una prospettiva completa e pragmatica. Da non perdere la Santa Messa di domenica 24 agosto presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi e il dialogo con il professor Stefano Zamagni sulla giustizia economica globale. La presenza di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli) testimonierà l’importanza dell’impresa sociale nelle periferie. UCID e UNIAPAC, si legge infine nella nota stampa, invitano a visitare il Padiglione C1 per scoprire come la dottrina sociale possa essere applicata concretamente per costruire un futuro più giusto e umano.
LA RECENTE APPROVAZIONE DA PARTE DEL CNEL DI UN DISEGNO DI LEGGE
Fabio Storchi, presidente dell’Ucid di Reggio Emilia, sottolinea come: ‘Il Meeting questo anno si terrà dopo la recente approvazione da parte del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) del disegno di legge ‘Disposizioni per la valorizzazione della fraternità umana nei luoghi di lavoro”, con cui si rinnova l’attenzione su di un principio tanto umano quanto strategico: la fraternità come leva per il benessere, la coesione e la competitività aziendale. Un principio che, pur non esplicitamente citato, era già al cuore del Contratto collettivo nazionale dei Metalmeccanici che firmammo nel 2016. Il contratto – continua Storchi – è fondato sul riconoscimento della dignità del lavoratore, sulla partecipazione, sul welfare, sulla formazione e sulla solidarietà: tutti elementi che riflettono un’idea di impresa centrata sulla persona’. ‘Il nuovo disegno di legge, rappresenta un passo avanti nel riconoscere il valore della relazione umana autentica nei luoghi di lavoro. Un ambiente fondato su rispetto, fiducia e cooperazione non solo migliora il clima aziendale, ma ha anche ricadute positive sulla produttività e sulla redditività: riduce turnover e assenteismo, stimola l’innovazione e rafforza il senso di appartenenza. Come evidenziato dagli organizzatori del convegno promosso da Ucid, in occasione del Meeting di Rimini 2025, la fraternità non è solo un valore etico: è una scelta strategica per costruire imprese più resilienti, comunità di lavoro coese e una società più giusta’ conclude Storchi.
LA RIFLESSIONE DI NINO APREDA
Nino Apreda, presidente dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti della Campania, in preparazione al Meeting 2025 di Rimini, riflette sul tema portante di Ucid all’evento romagnolo di Comunione e Liberazione: ‘La fraternità, come ogni valore fondante della Dottrina sociale della Chiesa, non può rimanere relegata al piano delle intenzioni. È nella sua capacità di incarnarsi nelle strutture, nei processi decisionali, nei modelli organizzativi e nei flussi economici che la fraternità rivela la sua forza trasformativa. La vera sfida è dunque tradurre la fraternità in criteri di giudizio, strumenti di valutazione e metriche operative, senza snaturarne il senso profondo. Già in Rerum Novarum, pur senza nominarla esplicitamente, Leone XIII riconosceva nella relazione solidale tra le classi sociali un’esigenza naturale dell’ordine morale cristiano. La fraternità era vista come risultato di un equilibrio tra giustizia e carità, tra diritti e doveri, tra lavoro e capitale. Papa Francesco ne fa invece un principio architettonico, cioè una pietra di fondazione dell’intero edificio sociale ed economico. Nella realtà aziendale abbiamo alcuni indicatori possibili che riflettono in modo concreto i valori della fraternità nella vita economica. Un primo segnale di fraternità è il rapporto tra le retribuzioni più alte e più basse in un’organizzazione.
Un’azienda che premia solo il vertice e marginalizza il lavoro operativo tradisce la logica della fraternità. Il contenimento della ‘forbice’ salariale è un indice chiaro di rispetto e valorizzazione delle persone. La fraternità si esprime anche nel rifiuto dell’accumulazione autoreferenziale e nella capacità di condividere, nella prossimità, i frutti del lavoro comune.
Modelli di governance, che prevedono consigli aziendali partecipativi, coinvolgimento strategico dei dipendenti, o strutture cooperative, testimoniano una fraternità basata sull’ascolto e la corresponsabilità. Non è solo una questione di efficienza: è una scelta etica e solidale. Una cultura aziendale che valorizza le diversità, che favorisce l’accesso e la crescita professionale di donne, giovani, persone con disabilità o provenienze svantaggiate, inoltre, riflette una fraternità non selettiva, aperta e accogliente. Il welfare interno, l’attenzione alla conciliazione vita-lavoro, il rispetto dei ritmi umani e la cura della salute psicofisica dei lavoratori sono segni che una comunità economica non tratta i propri membri come strumenti, ma come persone.
Imprese benefit, cooperative sociali, B-Corp e soggetti che nei loro statuti e nei loro bilanci dichiarano di perseguire il bene comune o il valore sociale aggiunto mostrano una fraternità che si autolegittima come orizzonte operativo. Sinergie e collaborazioni col terzo settore. L’impatto ambientale, l’etica della filiera, il rispetto dei diritti nei Paesi in via di sviluppo sono altri indici di fraternità allargata, che include i più deboli, le future generazioni, la casa comune, Esg e non solo, fraternità economica. È dunque possibile pensare a un “Fraternity Score”: insomma, una griglia valutativa per aziende, cooperative, pubbliche amministrazioni, che misuri il livello di coerenza tra attività economica e valori di fraternità. Misurare la fraternità in economia non significa trasformare l’etica in Excel, ma rivelare i segni del Vangelo nella carne della società. Dove ci sono dignità rispettata, relazioni giuste, redistribuzione, partecipazione e cura, lì la fraternità è viva. Non bastano dichiarazioni: servono scelte strutturali, politiche aziendali, metriche coerenti, come dice Stefano Zamagni “mensurambonam” pubblicato dall’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali che tratta proprio degli indicatori per misurare l’economia sociale’.
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