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Il distretto dei vivai. Fiori e piante aromatiche, le imprese fanno rete


Grottammare, terra di vivai. Nel comune in provincia di Ascoli Piceno, tra terra e mare, si trova la più alta concentrazione di aziende florovivaistiche della Regione: una settantina di attività ormai radicate nel territorio da decenni. Non è un caso, quindi, che proprio qui abbia preso vita il Distretto florovivaistico delle Marche, presentato l’altro giorno alla presenza del sottosegretario di Stato per l’Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste Luigi D’Eramo e dell’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini. “La creazione di questo Distretto è un’iniziativa intelligente per fare rete e creare squadra – ha affermato il sottosegretario –. Credo che, come per altri distretti creati qui nelle Marche, sia stato fatto un lavoro eccezionale che consentirà di compiere un salto di qualità”.

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L’attività florovivaistica marchigiana vanta come specificità la produzione di alcune essenze della macchia mediterranea e il neonato distretto è il primo in Italia dedicato in particolare a questo tipo di coltivazioni. Fra le quali spicca la produzione dell’alloro: il 70% del fabbisogno nazionale di questa pianta aromatica proviene dalle province di Ascoli Piceno e di Fermo. Il 95% delle piantine di piccole dimensioni, non superiori ai 20 centimetri, viene inoltre esportato come alloro edibile nel nord e nell’est Europa, dove viene utilizzato come aroma in cucina. “Grazie anche alla recente legge delega nazionale dedicata al florovivaismo, che ha lo scopo di creare un quadro normativo organico per la produzione, la commercializzazione, la valorizzazione e l’utilizzo dei prodotti – ha dichiarato D’Eramo – il Distretto florovivaistico marchigiano potrà rappresentare un ulteriore volano di sviluppo per il territorio”.

Dopo l’istituzione ai primi di agosto del distretto del grano ‘Gran -de’Marca’ volto a valorizzare la produzione cerealicola marchigiana, la regione prosegue così nella strategia di sostenere la micro e piccola impresa locale che opera in settori di nicchia. Ad oggi hanno aderito al distretto circa 120 aziende che occupano un totale di 500 addetti, con un fatturato il cui valore supera i 30 milioni di euro, numeri che gli consentono di rientrare nella categoria dei Distretti delle Piccole e Medie Imprese. Tra gli obiettivi dei sottoscrittori, si evidenziano la valorizzazione territoriale, la promozione del settore a livello nazionale e internazionale e il supporto alle imprese.

“Questa nuova struttura macroeconomica – ha evidenziato Antonini – è in grado di rafforzare l’identità delle produzioni del territorio. Potrà agire da traino per le aziende del settore, facilitando l’accesso a finanziamenti regionali, nazionali ed europei, e sarà in grado di rafforzare la cooperazione tra le imprese attraverso la creazione di reti e la definizione di strategie comuni per la riduzione dei costi. Questo strumento, in sintesi, potrà portare benefici economici per l’intera regione, attirando anche un turismo di qualità e destagionalizzato”.



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